Riscaldamento a soffitto, a pavimento o a parete? Scelta2024
Pro e contro del riscaldamento / raffrescamento radiante a soffitto, a pavimento o a parete. Quale scegliere? Costi, comfort, efficienza e spessori.
In Italia, quando si parla di pannelli radianti, il pensiero va al riscaldamento a pavimento. In realtà, i pannelli radianti possono essere installati anche a soffitto o a pareti.
E' incomprensibile come spesso si propenda per il pavimento senza vagliare posizioni alternative. Come vedremo, le soluzioni a soffitto o a pareti sono le più efficienti. Ma potrebbero non essere le più convenienti o le più adatte.
Come dico sempre, se esistono più tecnologie, nessuna è migliore dell'altra.
In questo articolo, valuteremo i vantaggi e gli svantaggi delle varie soluzioni e riporteremo alcune recensioni e opinioni di coloro che hanno sfruttato questi sistemi.
Indice
Funzionamento, pro e contro degli impianti radianti
Scelta
Velocità nel riscaldare / raffrescare
Funzionamento, pro e contro degli impianti radianti
A differenza dei sistemi tradizionali (radiatori in primis) che, lavorando per convezione, trasferiscono il calore riscaldando l’aria, gli impianti radianti a soffitto, pavimento o parete emettono calore per irraggiamento. In pratica, simulano la tecnica di scambio del calore utilizzata dal sole.
Lo scambio di energia avviene solo tra i pannelli radianti e i corpi aventi diversa temperatura, senza interessare l’aria. Quindi, l'impianto radiante scambia il calore direttamente con le persone e gli oggetti che lo circondano (pareti, finestre, soffitto ecc.).
Tutto ciò, comporta dei notevoli vantaggi. Vediamoli:
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- assenza di movimenti d’aria;
- assenza di rilevanti stratificazioni di calore nell’aria. L'immagine sottostante mostra la differente distribuzione delle temperature tra un impianto a pavimento e un sistema a termosifoni:
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- variazione della solo la temperatura delle strutture senza modificare quella dell’aria (si guadagna in efficienza);
- possibilità sia di riscaldare che di raffrescare gli ambienti qualora i pannelli venissero alimentati da una pompa di calore (anche geotermica);
- uniformità della distribuzione del calore;
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Tutto ciò, si traduce in un comfort senza eguali. Nessuno sbalzo di temperatura, l'aria non alza la polvere e non colpisce le persone ecc.
Un ulteriore vantaggio è sicuramente il risparmio generato. Difatti, questi impianti riducono massivamente il consumo della caldaia o della pompa di calore in quanto:
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- non scaldano (o raffreddano) l’intero volume d’aria ma scambiano calore solo con le superfici;
- richiedono una bassa temperatura dell'acqua che circola nelle tubazioni in riscaldamento, più alta io raffrescamento.
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Di contro, il costo della fornitura e posa in opera di questi impianti è maggiore (quasi doppia) rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali a radiatori.
Passiamo all'argomento dell'articolo. Al variare dei vari parametri, qual è la migliore posizione dove installare i pannelli radianti: soffitto, pavimento o parete?
Velocità nel riscaldare / raffrescare
Premetto che nessuno di questi sistemi è adatto a riscaldare / raffrescare gli ambienti velocemente.
Ma tra i sistemi radianti, i migliori sono i pannelli a parete o a soffitto. Questo perché, il calore che arriva dal pavimento deve "superare" il massetto e il pavimento. Questi due elementi, avendo una determinata massa, assorbono i calore e rallentano il passaggio.
Quindi, il radiante a pavimento è caratterizzato da una reazione più lenta agli input, vista la maggiore inerzia.
Invasività dell'intervento
La posa del riscaldamento a soffitto è la meno invasiva. Non occorre smantellare la casa o spostare i mobili. Nel caso dei pannelli a soffitto, ti basterà modificare la posizione degli eventuali corpi illuminanti.
Mentre, nel caso dei pannelli a parete, dovresti modificare la posizione di alcuni mobili e addirittura, nel caso di riscaldamento a pavimento, dovresti demolire la vecchia pavimentazione oppure incollarci sopra il nuovo pavimento radiante.
Consumi
Il radiante a soffitto o a parete, essendo caratterizzato da meno inerzia termica, permette di abbassare ulteriormente la temperatura di mandata dell'acqua in inverno, e di alzarla in estate, limitando i consumi. Mentre, il sistema a pavimento, dovendo riscaldare ( o raffrescare) anche il massetto e la pavimentazione, richiede una temperatura di mandata più svantaggiosa.
Per questo motivo, qualora optassi per i pannelli a pavimento, per limitare ulteriormente i consumi, dovresti evitare le mattonelle, o addirittura il parquet, e propendere, ad esempio, per le resine che favoriscono il passaggio di calore.
Migliore soluzione per il raffrescamento
Tra i tre, i pannelli a soffitto garantiscono le prestazioni migliori in raffrescamento in termini di potenza emessa.
D'estate, il sistema a soffitto permette di lavorare con temperature superficiali più alte rispetto agli altri sistemi radianti. Non è quindi necessario abbassare notevolmente la temperatura per raffrescare gli ambienti.
Pensa che, la temperatura media dell’acqua di circolazione nel sistema a soffitto è di circa 5°C superiore rispetto alla temperatura superficiale del pannello a pavimento e di circa 3 °C rispetto ai sistemi a parete.
Miglior comfort
L’impianto a parete è la tecnologia radiante che fornisce il comfort migliore, in quanto:
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- il calore emesso colpisce la maggior superficie del corpo umano rispetto agli altri sistemi;
- riduce ulteriormente la stratificazione della temperatura dell’aria;
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Acustica
I sistemi a soffitto e a parete spesso garantiscono un buon livello di fonoassorbenza, riducendo i fenomeni di riverbero.
Mentre, la principale funzione acustica che dovrebbe svolgere il pavimento è il contrasto al rumore di calpestio. Per far ciò, non è sufficiente il radiante a pavimento. In genere, viene inserito un materassino acustico ad di sotto dal radiante stesso.
Costo investimento iniziale
Il radiante a pavimento è sicuramente più costoso rispetto al radiante a soffitto o a parete.
Difatti, nel caso di riscaldamento a pavimento, gli interventi edili sono più invasivi. Sia che si tratti di riscaldamento a secco che umido, il costo del sistema a pavimento resta più elevato rispetto al radiante a parete o soffitto.
Se poi consideriamo la realizzazione di impianto su un edificio esistente, i prezzi per il sistema a pavimento potrebbero ulteriormente lievitare in quanto occorre demolire il vecchio massetto per livellare il piano e non ridurre l'altezza degli ambienti.
Per farti un'idea, potrebbe esserti utile l'articolo sui prezzi di mercato.
Considera inoltre che, qualora optassi per il pannello a pavimento, gli ambienti dovranno essere completamente sgomberi da mobili, cucine ecc.
Di contro, il radiante a soffitto o a parete non necessita di particolari opere murarie: la posa in opera del radiante a soffitto comporta la semplice messa in opera di controsoffitti in cartongesso al cui interno verranno celate le serpentine, mentre, per quanto riguarda i pannelli a parete, esistono in commercio dei moduli a basso spessore da 2 a 5 cm, le cui serpentine si immergono direttamente nell'intonaco.
Stesso dicasi per i costi di riparazione o di manutenzione.
Condensa in estate
Esiste un rischio di condensa in raffrescamento? Ebbene si. Se l'umidità non fosse controllata e la temperatura superficiale del pannello scendesse al di sotto della temperatura di rugiada, si creerebbe la condensa.
Quindi, o riesci a gestire l'umidità aprendo le finestre (ci credo poco), oppure l'impianto deve lavorare con il controllo di ambiente. Quando progetto un sistema radiante, mi rifiuto di non accoppiare un impianto di ventilazione meccanica controllata, sia esso centralizzato che puntuale. Queste "ventole" si azionano nel momento in cui aumenta eccessivamente l'umidità, espellendo il vapore all'esterno e regolando la quantità di acqua nell'aria.
Ingombri e spessori
Ovviamente, installare questi sistemi comporta una perdita di spazio, almeno per quanto riguarda gli interventi sulle abitazioni esistenti. Nel caso del radiante a parete, si perde una orzione della superficie dell'ambiente, mentre nel caso di pannelli a soffitto o a pavimento, si perde qualche centimetro in altezza.
Partiamo dagli spessori minimi del riscaldamento a soffitto o a parete. In questo caso è possibile optare per:
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- sistemi a secco pre-assemblati da 5 / 6 cm, composti da un pannello in cartongesso da 1,5 cm, e ulteriori 3 / 4 cm di isolante quale ad esempio il poliuretano espanso sinterizzato EPS.
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In questo caso, occorre anche un sistema di sostegno dell'impianto, che nel caso di radiante a soffitto è di almeno 3 cm, mentre per quanto riguarda la parete può essere ridotto a 1,5 cm.
In totale, per il radiante a soffitto sono necessari minimo 9 centimetri, mentre per la parete, almeno 7 centimetri.
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- sistemi annegati nell'intonaco. In questo caso, dovresti prima posare un isolante come l'EPS di almeno 3 centimetri qualora il soffitto o la parete confinasse con degli ambienti riscaldati. Mentre, se il soffitto o la parete confinassero verso l'esterno oppure verso ambienti non riscaldati, dovresti far calcolare lo spessore ad un termotecnico: ingegnere, architetto, geometra o perito. Dopo aver posato l'isolante, potrai applicarci le serpentine e immergere quest'ultime nell'intonaco (circa 2 cm).
Lo spessore totale richiesto per i sistemi annegati, sia per il radiante a soffitto che per la parete, è di minimo 5 / 6 centimetri. In questo caso, ridurresti gli spessori ma aumenteresti le lavorazioni e quindi i costi.
Lo strato isolante permette il disaccoppiamento termico del pannello radiante dal resto della struttura in cui è inserito riducendo l’inerzia termica dell'elemento.
Mentre, per quanto riguarda il riscaldamento a pavimento, si parte da un minimo di 5 / 6 cm a salire.
Ne segue che, l'altezza sacrificata è maggiore per il radiante a soffitto.
Quale scegliere?
Ancora oggi sento dire che, il migliore è il riscaldamento a pavimento perché il calore sale. Fermi tutti! Il radiante lavora per irraggiamento e diffonde il calore in maniera uniforme in tutte le direzioni. Mettiamo da parte questa leggenda.
Leggendo i paragrafi a monte, sembrerebbe che i pannelli a parete siano i migliori. Tuttavia sono i meno diffusi.
Per un semplice motivo: il sistema necessita di pareti libere, non occupate da mobili, quadri e tendaggi. Nella abitazioni è raro potersi permettere tale lusso. Negli uffici o nei capannoni è più semplice.
Potresti sfruttarlo nelle scale, nelle lavanderie o comunque in quegli ambienti dove gli spazi occupati sono già definiti in fase di progettazione. Il riscaldamento a parete lo userei anche qualora non ti bastasse la superficie del pavimento o del soffitto (immagina le abitazioni strette ed alte) oppure, sulle murature notevolmente disperdenti per creare un "effetto barriera" sulla parete contro il caldo ed il freddo.
Passiamo al radiante a soffitto. Utilizza l’unica superficie dei locali pressoché libera, è il migliore sul freddo e consuma meno del riscaldamento a pavimento. Eccolo, è l'impianto che fa per te.
Tuttavia, qualora l'ambiente fosse caratterizzato da altezze elevate, la potenza termica richiesta sarebbe maggiore e quindi potrebbe essere meno efficiente. Per le unità residenziali, l’altezza massima ammissibile tale da garantirti sia il comfort che il risparmio energetico è pari a 4 metri. Mentre, per le unità non residenziali, l’altezza massima è di 7 metri.
Un ulteriore difetto dei pannelli a soffitto sta nella minore resa in termini di potenza rispetto agli altri radianti. Sono i meno potenti. Questo significa che per soddisfare il fabbisogno di calore dovrai realizzare più metri quadri di impianto. Nel caso di stanze molto alte e strette, saresti costretto ad integrare con qualche pannello a parete.
Penso possa interessarti la resa (per ogni °C di differenza tra temperatura ambiente e quella superficiale dell’impianto) delle diverse tipologie di soluzioni:
Riscaldamento a pavimento: 10,8 Watt al mq,
Riscaldamento a parete: 8,0 Watt al mq
Riscaldamento a soffitto: 6,5 Watt al mq
Raffrescamento a pavimento: 6,5 Watt al mq
Raffrescamento a parete: 8,0 Watt al mq
Raffrescamento a soffitto: 10,8 Watt al mq
Un ulteriore aspetto, potenzialmente negativo per il riscaldamento a soffitto, riguarda il comfort: le migliori condizioni di benessere per una una persona prevedono che la temperatura sia maggiore nella parte bassa del corpo e leggermente inferiore nella parte alta. Ovviamente, il riscaldamento a soffitto produce una condizione opposta.
Per non provocare malesseri, l'impianto deve essere correttamente progettato e bilanciato, evitando questo discomfort chiamato "effetto testa calda" o “hot head effect”. Il professionista dovrà progettare un impianto che garantisca uno sbalzo termico tra la parte alta e quella bassa dei locali entro i 4°C.
Diciamocelo, questa è stata una delle maggiori cause che ha limitato la diffusione di questo impianto in passato. Ad oggi, la regolazione degli impianti ha permesso di superare il problema.
Anche nel caso di soffitti bassi, il riscaldamento a soffitto è fuori discussione.
Tutto ciò, ad oggi, porta l'impianto a pavimento ad essere il più diffuso.
Dal mio canto, credo che il radiante a soffitto sia il futuro.
Prima di concludere, sappi che, spesso, le soluzioni potrebbero e dovrebbero essere utilizzate contemporaneamente. Difatti, un impianto potrebbe essere anche ibrido e cioè composto da pannelli a pavimento a soffitto e perché no, a parete.
Spero che l'articolo ti sia stato utile, a presto Vincenzo.