Incentivi comunità energetiche e autoconsumo 2025

Quali sono gli incentivi in conto capitale (fondo perduto) e la tariffa incentivante. Chi e come aderire e spese incentivabili.

Incentivi comunita energetiche e autoconsumo

Abbiamo già introdotto l'argomento in un nostro precedente articolo parlando delle Comunità Energetiche e di tutto ciò che le riguarda.

In questo articolo vedremo gli incentivi volti a sostenere l’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili tramite comunità energetiche e autoconsumo, approfondendo le regole contenute nel Decreto n. 414 del 7 dicembre 2023 del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), pubblicato a gennaio 2024 e le relative regole operative pubblicate il 23 febbraio 2024.

Questo provvedimento oltre a fornire le linee guida e le disposizioni normative per implementare le comunità energetiche e l'autoconsumo basate su fonti rinnovabili, indica informazioni utili ad ottenere gli incentivi.

 

 

Incentivi previsti dal Decreto

Il Decreto prevede due strade per incentivare lo sviluppo l’autoconsumo diffuso (tra cui le CER):

incentivi cer e autoconsumo

      1. INCENTIVI IN CONTO CAPITALE: un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili. Il contributo viene erogato in più quota in relazione allo stato di avanzamento;
      2. INCENTIVI IN CONTO ENERGIA: una tariffa incentivante TIP sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale, fissa per 20 anni. I pagamenti avvengono tramite acconti periodici costanti e un conguaglio annuale.

 

1. Fondo perduto

In pratica, viene concesso un contributo a fondo perduto che può raggiungere fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal PNRR (dalla Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 Promozione rinnovabili per le CER e l’autoconsumo), per un totale di 2,2 miliardi di fondi stanziati fino al 30/06/2026.

L'energia rinnovabile deve essere prodotta e condivisa in configurazioni di autoconsumo:

1. sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili (GAC). Sono formati da un minimo di due soggetti autoconsumatori ubicati nel medesimo edificio;

2. comunità̀ energetiche rinnovabili (CER). Soggetto giuridico specifico cui possono aggregarsi soggetti individuali, PMI, enti territoriali e Comuni, cooperative, istituti di ricerca, associazioni, Enti religiosi.

Gli impianti di generazione di energia possono essere anche abbinati a sistemi di accumulo di energia (batterie).

Questo contributo, che varierà in base alla potenza, è rivolto alle comunità con impianti a fonti rinnovabili, realizzati nei Comuni sotto i 5.000 abitanti, per uno sviluppo complessivo di 2 GW.

1.1 A quanto ammonta il contributo PNRR?

Il contributo in conto capitale del PNRR è pari al 40% delle spese sostenute per la realizzazione di impianti FER (fonti energie rinnovabili), nei limiti delle spese ammissibili e dei seguenti costi di investimento massimi in funzione della taglia di potenza:

      • 1.500 €/kW, per impianti fino a 20 kW;
      • 1.200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW;
      • 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW;
      • 1.050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW.

L’imposta sul valore aggiunto (IVA) non è ammissibile alle agevolazioni, salvo il caso in cui non sia recuperabile ai sensi della legislazione sull’IVA.

1.2 Spese ammissibili (faq 20)

Sono ammissibili le seguenti spese:

        1. realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (componenti, inverter, strutture per il montaggio, componentistica elettrica ecc.);
        2. fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
        3. acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software;
        4. opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
        5. connessione alla rete elettrica nazionale;
        6. studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari;
        7. progettazioni, indagini geologiche e geotecniche
        8. direzione lavori e sicurezza;
        9. collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto

Per i punti 6, 7, 8 e 9 entro il limite del 10% dell’importo ammesso a finanziamento.

 

1.3 Cumulabilità

Il contributo a fondo perduto è cumulabile con:

      • altri contributi in conto capitale diversi da quelli sostenuti da altri programmi e strumenti dell’Unione Europea), di intensità non superiore al 40% (calcolata come rapporto tra il contributo ricevuto per kW e il costo di investimento di riferimento massimo espresso in €/kW, previsto all’Appendice E delle Regole Operative, e nel rispetto del divieto di doppio finanziamento In tal caso il contributo PNRR richiedibile per kW è al massimo pari alla differenza tra il 40% del costo di investimento di riferimento massimo espresso in €/kW, previsto alla stessa Appendice E, e i contributi in conto capitale per kW già ricevuti o assegnati;
      • i contributi erogati a copertura dei soli costi sostenuti per gli studi di prefattibilità e le spese necessarie per attività preliminari allo sviluppo dei progetti, ivi incluse le spese necessarie alla costituzione delle configurazioni;

Mentre, non è cumulabile con:

      • incentivi in conto esercizio diversi dalla tariffa incentivante;
      • Superbonus
      • detrazioni fiscali con aliquote ordinarie (articolo 16-bis, comma 1, lettera h), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917);
      • altri contributi in conto capitale sostenuti da altri programmi e strumenti dell’Unione Europea;
      • altre forme di sostegno pubbliche che costituiscono un regime di aiuto di Stato diverso dal conto capitale

2. Tariffa incentivante

Il decreto disciplina (ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 199/2021) anche le modalità di incentivazione in conto energia. Si tratta di una tariffa incentivante TIP per l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile CACER (anche abbinata a sistemi di accumulo di energia):

1. sistemi di autoconsumo individuali di energia rinnovabile a distanza che utilizzano la rete elettrica di distribuzione.Si tratta di un soggetto, definito “Cliente Finale”, che condivide l’energia prodotta da impianti posti su aree nella sua piena disponibilità (può essere anche non proprietario) al fine di autoconsumarla virtualmente nei punti di prelievo dei quali è titolare;

2. sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili (GAC).

3. comunità̀ energetiche rinnovabili CER. Soggetto giuridico specifico cui possono aggregarsi soggetti individuali, PMI, enti territoriali e Comuni, cooperative, istituti di ricerca, associazioni, Enti religiosi.

cacer

Il periodo di diritto alla tariffa è pari a 20 anni.

Il GSE eroga la TIP congiuntamente al contributo di valorizzazione individuato da ARERA con DEL. 727/2022. Il corrispettivo ARERA per la valorizzazione dell’energia elettrica autoconsumata (Cacv) si determina con le modalità previste dal Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) e per il 2023 è stato pari ca. 8,5 €/MWh

2.1 Come determinare la tariffa incentivante?

La tariffa varia in funzione:

      • alle dimensioni dell’impianto;
      • al valore di mercato dell’energia;
      • per gli impianti fotovoltaici è prevista anche una maggiorazione a seconda della collocazione geografica.

La tariffa incentivante (TIP) è composta da una parte fissa, che diminuisce al crescere della potenza, e da una parte variabile che si riduce al crescere del prezzo zonale orario Pz dell’energia (fino ad azzerarsi per Pz pari o superiore a 180 €/MWh).

calcolo tariffa incentivante

A prescindere, la tariffa non potrà mai essere superiore a:

tariffa incentivante massima

Per gli impianti fotovoltaici, a compensazione della minore insolazione, per le regioni del centro Italia sono previsti 4 €/MWh che si aggiungono alla parte fissa, mentre al nord 4 €/MWh.

maggiorazione tariffa incentivante CER

Vediamo un riepilogo:

riepilogo tariffa max cacer

 

 2.2 Vincolo di destinazione della tip

Tutte le CACER assicurano di destinare ai soli consumatori diversi dalle imprese e/o di utilizzare per finalità sociali l’importo della TIP eccedentario rispetto al 55% di energia condivisa (se si beneficia della sola TIP) o del 45% (se si cumula alla TIP un contributo in conto capitale).

2.3 Decurtazioni tip in caso di contestuale ottenimento del fondo perduto

In caso di contribuzioni in conto capitale (fondo perduto), la Tip viene diminuita di un valore pari a

TIP = Tip(1-F)

dove F varia linearmente tra:

0 nessun contributo in conto capitale

e 0,5 nel caso di contributo pari al 40% dell’investimento.

Tale previsione non si applica in caso di condivisione tra Enti territoriali e autorità locali, enti religiosi, del terzo settore e di prot. Ambientale.

2.4 Cumulabilità della TIP

SI con detrazioni fiscali con aliquote ORDINARIE come il bonus ristrutturazione al 50% (FAQ 23) e senza decurtazioni. In questo caso non si può accedere al contributo in conto capitale;

Si con forme di sostegno pubblico diverse dal conto capitale (senza decurtazioni);

NO TIP in caso di SUPERBONUS ma solo corrispettivo ARERA per la valorizzazione dell’energia elettrica autoconsumata (FAQ 23);

NO TIP per energia da potenza d’obbligo, ma corrispettivo ARERA e vendita.

I due benefici sono cumulabili?

I due benefici sono cumulabili, e attraverso il provvedimento si mira a favorire lo sviluppo di 5 GW complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile, al 2027.

Quali tipologie di impianti FER possono far parte di una CER?

Solo gli impianti fotovoltaici? No. Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una CER come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito nelle CER qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide ecc.

 

Un soggetto può appartenere a due diverse CER?

No, gli impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili e le singole utenze di consumo di clienti finali possono appartenere ad una sola CER. È possibile, tuttavia che uno stesso soggetto possa appartenere a due diverse CER con distinte utenze di consumo o impianti di produzione nella propria titolarità.

Compiti del GSE

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) inoltre, si occuperà, tramite il sito web, di:

      • mettere a disposizione documenti, guide informative e di supporto per aiutare gli utenti;
      • lanciare una campagna informativa per far conoscere i benefici del nuovo meccanismo;
      • aprire dei portali sui quali sarà possibile presentare le richieste per ottenere gli incentivi;
      • pubblicare un simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative.

È già disponibile invece la mappa interattiva delle cabine primarie sul territorio nazionale.

Dati in Italia

Abbiamo visto come l’Europa sia attiva nella produzione dell’energia green, e la speranza è che, tramite questo Decreto, anche l’Italia riesca a distinguersi a tal proposito.

È già visibile un miglioramento rispetto alla prima metà del 2023, ma vediamo insieme qualche dato significativo.

Secondo quanto riportato nel nostro articolo di maggio 2023, all’epoca in Italia vi erano “solamente 35 Comunità Energetiche operative, 24 in costruzione e 41 in progetto”.

Tale condizione era dettata sicuramente da una scarsa conoscenza dell’argomento, dai costi elevati di realizzazione degli impianti e dai lunghi iter burocratici previsti.

A dicembre 2023 invece, secondo il Report Electricity Market 2023 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano avevamo ben 85 realtà di autoconsumo collettivo, tra cui 61 gruppi di autoconsumo e 24 comunità energetiche, e secondo la mappatura delle CER del gruppo di Ricerca Sistema Energetico (RSE) vi erano 293 progetti di comunità energetiche.

A febbraio 2024, come ci segnala un report di Legambiente basato sui dati del GSE, sono 154 le forme di energia condivisa che si sono realizzate in Italia, tra CER e configurazioni di autoconsumo collettivo. Questo dato mostra un costante aumento delle Comunità Energetiche.

Oltre allo stanziamento previsto dal PNRR, le Regioni italiane stanno cercando di incentivare anche loro lo sviluppo delle Comunità Energetiche, tramite finanziamenti provenienti da fondi europei e regionali.

Lo vediamo ad esempio con il Veneto, che ha predisposto un bando da 1 milione di euro utilizzando le risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), oppure la Regione Sardegna, che ha stanziato 10 milioni di euro per sostenere l’avvio di nuove CER.

Spero che l'articolo ti sia stato utile, a presto Vincenzo.

 

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CHI SONO?

Ciao, sono Vincenzo e amo tutto ciò che riguarda l’edilizia.

Vincenzo MaderaFin da ragazzo, mio padre Gennaro mi portava sui cantieri. Quell'ambiente fatto di persone umili, gentili e simpatiche mi ha colpito. Proprio per questo motivo, ci passerei intere giornate, bevendo pessimi caffè e ascoltando le strabilianti avventure dei muratori, per poi tornare in studio a scrivere articoli.

Ecco la mia seconda passione. Mai avrei pensato di creare un blog. Eppure, a sorpresa le pagine del mio sito hanno raggiunto picchi di 60.000 volte ogni giorno. Parlo di edilizia, strutture, impianti, energetica e interior design e insieme a mia sorella Rosa portiamo avanti il nostro studio a Firenze.

Spero che, grazie al web, diventeremo amici:

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