Trattamento ferri di armatura arrugginiti del calcestruzzo con passivante

Guida al trattamento corrosione dei ferri di armatura arrugginiti e ossidati per distacco del calcestruzzo o cemento armato con convertitore o passivante. Quali sono i costi?

TRATTAMENTO CORROSIONE FERRI di armatura arrugginiti

Dai frontalini del tuo balcone cominciano a emergere i ferri strutturali e si stanno ossidando e arrugginendo? O ancora peggio, dai pilastri cominciano a distaccarsi pezzi di calcestruzzo del copriferro?

Tranquillo, non sei l'unico ad avere questo problema. Occorre però intervenire immediatamente, perché potrebbero verificarsi problemi statici o potresti essere obbligato a demolire parti di edificio. 

Questo fenomeno, frutto di negligenze passate, si presenta con sempre maggiore frequenza e rischia di corrodere i  tondini in acciaio ad aderenza migliorata fino a portare al collasso della struttura.

A tal proposito, sono nate diverse tecniche e procedure per trattare e ripristinare le condizioni ottimali per le nostre abitazioni. Vediamo la procedura in dettaglio:

Qual è la corretta procedura per il trattamento dei ferri di armatura ossidati?

Premetto che, la procedura potrà sembrare complicata e laboriosa. Ma se non vuoi avere problemi in futuro e desideri un'opera abbastanza "definitiva", ti consiglio di rispettare quanto detto, punto per punto.

Le fasi per il corretto ripristino sono:

1. Rimozione del calcestruzzo ammalorato;

2. trattamento dei ferri esistenti;

3. trattamento protettivo dei ferri di armatura;

4. ripristino corticale;

5. rasatura;

6. verniciatura protettiva.

Ma vediamoli in dettaglio:

1) Rimozione del calcestruzzo ammalorato: 

la prima cosa da fare sulle superfici da ripristinare è asportare completamente il calcestruzzo ammalorato mediante scalpello o con altri mezzi idonei quali l’idroscarifica, uno strumento che, attraverso un getto di acqua ad alta pressione, permette la rimozione di croste e parti di calcestruzzo. Il tutto al fine di ottenere un supporto solido, privo di parti in distacco e sufficientemente ruvido.

Inoltre, per le armature metalliche in vista ti consiglio di liberarle da ogni lato del calcestruzzo a contatto, mediante l'utilizzo di pistola ad aghi;

pistola ad aghi ferri corrosione arrugginiti

Adesso è opportuno l'utilizzo della sabbiatrice o della idrosabbiatrice. Attraverso il getto di sabbia ad alta pressione sulle zone interessate eliminerai qualsiasi residuo di vecchie vernici, sporco, disarmante, muschi, materiali friabili in genere, che impedirebbero la perfetta adesione della malta al supporto.

2) Trattamento dei ferri esistenti: 

in questa fase occorre eseguire la spazzolatura dei ferri d’armatura emergenti oppure procedere all’idrosabbiatura, al fine di rimuovere la ruggine presente e portare la superficie a metallo bianco. L’idrosabbiatura non è necessaria qualora la preparazione della superficie sia stata effettuata mediante idroscarifica, ma si rende necessaria quando trascorre un elevato intervallo di tempo da tale operazione. La causa del ritardo potrebbe essere dovuta a particolari esigenze organizzative di cantiere.

3) Trattamento protettivo dei ferri di armatura: 

arriviamo al punto fondamentale: il trattamento protettivo dei ferri di armatura in vista mediante applicazione a pennello sui ferri di malta idraulica monocomponente rialcalinizzante anticorrosiva. Le quantità sono quelle previste dalle schede tecniche in dotazione al materiale.

4) Ripristino corticale:

a questo punto devi bagnare a saturazione, quindi, abbondantemente, la zona in cui è stato asportato il materiale ed eliminare, al momento del getto, eventuali ristagni d'acqua mediante idrolavaggio.

Procedi cosi alla ricostruzione delle parti di calcestruzzo mediante applicazione di malta idraulica antiritiro pronta all'uso con effetto tixotropico (proprietà di alcuni materiali di passare allo stato liquido per effetto di semplice agitazione per poi tornare allo stato precedente). Per applicare la malta potresti aiutarti con la cazzuola o, se in possesso, di una macchina intonacatrice.

Per spessori di intonaco superiori a 3 cm, occorre applicare più strati: tra una mano e l'altra, esegui la bagnatura prima di procedere all'applicazione dello strato successivo, facendo intercorrere tra una mano e l'altra almeno 12-24 ore.

IMPORTANTE: su superfici estese, consiglio di applicare la rete elettrosaldata di diametro 2 mm e maglia 5x5 cm, oppure altra sezione e maglia, debitamente fissata con spezzoni di acciaio sagomati a “L” e ancorati con resina epossidica nei fori che avrai predisposto.

 

5) Rasatura: 

abbiamo quasi terminato il trattamento. Ora occorre effettuare la rasatura protettiva mediante applicazione in doppia mano di malta monocomponente. È importante che la malta abbia ottime caratteristiche di impermeabilità all'acqua e all'anidride carbonica e di resistenza agli agenti atmosferici, ai cicli di gelo e disgelo ad alta adesione. La granulometria massima consigliata dell’inerte è di 0,5 mm, per uno spessore totale medio di 3 mm.

Al fine di aumentare la durabilità della rasatura, è possibile interporre tra le due mani di rasante la rete in fibre di vetro.

Esistono due alternative: è possibile eseguire la rasatura mediante applicazione di malta rasante protettiva idrofugata monocomponente pronta all'uso con inerti di granulometria massima di 0,5 mm bianca o grigia oppure con malta rasante protettiva idrofugata monocomponente pronta all'uso con inerti di granulometria massima di 0,7 mm bianca.

6) Verniciatura protettiva:

infine, a supporto stagionato, effettuare verniciatura protettiva anticarbonatazione della struttura in c.a. mediante l'utilizzo di resina monocomponente elastomerica. Consiglio di applicare la resina in doppia mano a pennello, rullo o spruzzo, rispettando quanto previsto dalla scheda tecnica.

Le fasi a monte possono anche essere utilizzate come voci di capitolato!

Voce di capitolato

Ripristino e risanamento di pilastri e travi in cemento armato con malta premiscelata tixotropica monocomponente fibrorinforzata con fibre di polivinilalcool conforme alla UNI EN 1504-3, di tipo "R4", resistenza a compressione 28 gg >55 MPa, resistenza a flessione 28 gg >5,3 Mpa, espansione contrastata 1 gg >0,04%, modulo elastico a 28 gg >23 GPa, adesione al calcestruzzo a 28 gg >3 MPa, reazione al fuoco Euroclasse A1, previa rimozione totale del calcestruzzo degradato e privo di coerenza con il sottofondo mediante spicconatura, spazzolatura dei ferri d'armatura ed eventuale integrazione attraverso la saldatura di monconi (da computarsi a parte), trattamento di protezione anticorrosione mediante l'applicazione di due mani di un prodotto bicomponente a base cementizio - polimerica, quale inibitore di corrosione, conforme alla norma EN 1504-7, e successiva posa in opera di malta R3, conforme alla UNI EN 1504-3, resistenza a compressione 28 gg >26 MPa, flessione 28 gg >2,3 MPa, espansione contrastata 1 gg >0,04%, modulo elastico a 28 gg = 15 GPa, adesione al calcestruzzo a 28 gg = 1,5 MPa, reazione al fuoco Euroclasse A1, resistente ai solfati: valutato al mq per spessore di ricostruzione del copriferro di 2 cm

Qual è il costo per il trattamento dei ferri arrugginiti?

Il costo complessivo del trattamento, finito a regola d'arte, con ripristino dell'intonaco è di circa 100 € al metro quadro, comprensivo di:

        • demolizione parti in laterizio e calcestruzzi fatiscenti e ammalorati;
        • spazzolatura accurata, meccanica, dei ferri di armatura ossidati e messi a nudo dalla demolizione ed eventuale sostituzione di quelli staticamente non più idonei allo scopo;
        • applicazione di prodotto per trattamento anticorrosivo, mediante pasta bicomponente data a pennello; ricostruzione delle parti in laterizio e cls demolite con malta pronta adesiva armata con microfibre sintetiche, bicomponente; Tra i migliori prodotti del mercato abbiamo la Mapefer della Mapei e la webertec fer della Saint Goben.
        • esecuzione di intonaco con malta bicomponente a base cementizia. Compreso ogni onere per il ponteggio e trasporto a discarica del materiale di risulta.

A mio parere solo le persone pratiche e con una buona manualità possono optare per il fai da te. Attenzione a spendere soldi inutilmente. Il problema potrebbe ripresentarsi!!

Anche se affidassi il lavoro ad una ditta, potresti controllare circa la corretta procedura da adottare.

Spero che l'articolo ti sia stato utile. Vincenzo.

 

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CHI SONO?

Ciao, sono Vincenzo e amo tutto ciò che riguarda l’edilizia.

Vincenzo MaderaFin da ragazzo, mio padre Gennaro mi portava sui cantieri. Quell'ambiente fatto di persone umili, gentili e simpatiche mi ha colpito. Proprio per questo motivo, ci passerei intere giornate, bevendo pessimi caffè e ascoltando le strabilianti avventure dei muratori, per poi tornare in studio a scrivere articoli.

Ecco la mia seconda passione. Mai avrei pensato di creare un blog. Eppure, a sorpresa le pagine del mio sito hanno raggiunto picchi di 60.000 volte ogni giorno. Parlo di edilizia, strutture, impianti, energetica e interior design e insieme a mia sorella Rosa portiamo avanti il nostro studio a Firenze.

Spero che, grazie al web, diventeremo amici:

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